In senso stretto il termine "Lana" andrebbe associato unicamente al pelo di pecora, in tutte le sue varietà di razze e origini, ma anche altri animali, alpaca, capre, ma
anche cammelli, producono fibre che possono essere intrecciate in filati e poi tessute, e commercialmente denominate lane speciali o fibre nobili.
Il processo di creazione di tessuti era inizialmente molto difficile: le pecore, ancora in parte inselvatichite, avevano un ispido e spesso “cappotto”, chiamato “kemp”, e una
fine fascia di lana morbida, chiamata “fleece”. Secoli di allevamento e di selezione hanno fatto praticamente scomparire il kemp nella maggior parte delle specie di pecore
domestiche.
Le fibre di lana sono composte principalmente di alfa cheratina, che si trova anche negli altri peli dei mammiferi, oltre che in corna e unghie. Le cellule degli strati
esterni delle fibre di lana si sono evolute per sovrapporsi come piccole tegole, creando dei punti dove le fibre possono intersecarsi se attorcigliate.
Da cosa deriva il prurito che si sente al contatto con i maglioni invernali di lana grezza? Non è allergia alla lana, ma molto più probabilmente sensibilità alle fibre più
spesse, di seconda scelta, destinabili a un utilizzo diverso dall'abbigliamento.
Infatti, proseguendo, le moderne fibre di lana vanno dai 16 micron di diametro (lana merinos) ai 40 micron delle lane più grezze.
I pascoli rigogliosi favoriscono la pecora e la sua lana, ma favoriscono anche lo spessore della fibra. Siccità o pascoli meno produttivi favoriscono fibre di lana più
sottili; gli animali allevati per il pregio del loro pelo seguono una dieta dedicata.
Pecore, alpaca ed altri animali hanno sullo strato esterno della fibra dei pattern simili ad una scala, che permettono alle fibre di essere intrecciate assieme per creare filati. Il pelo del
Cammello e d'Alpaca (famigli adei Camelidi), non contiene lanolina, di conseguenza, è l'unico naturalmente antinfeltrente.